Sport individuale e di squadra – coaching individuale e di squadra
Sport individuale e di squadra – coaching individuale e di squadra

Sport individuale e di squadra – coaching individuale e di squadra

Molto spesso quando mi trovo a svolgere delle attività che richiedono soprattutto impegno fisico piuttosto che della mente, mi arrivano delle intuizioni, delle valutazioni, il mio dialogo interno si accende con botte di domanda risposta, disquisizioni, analisi ecc.

Qualche giorno fa stavo facendo in casa dei piccoli lavoretti di finitura in legno, devo dire che l’elemento legno si è dimostrato anche in passato un materiale che attiva la mia parte intuitivo/creativa… Ad un tratto, mi sono messo a pensare agli argomenti più efficaci e utili per un corso relativo allo sport coaching ed è cominciato questo confronto interno che mi ha portato a valutare che la distinzione SPORT INDIVIDUALE e SPORT DI SQUADRA può facilitare la comprensione di un tipo di attività sportiva rispetto ad un’altra, tuttavia nella valutazione e comprensione degli aspetti concreti legati all’attività può diventare molto spesso fuorviante.

Mi piace maggiormente l’idea, e la ritengo più precisa, di identificare in una maniera diversa, nuova (almeno per quanto mi riguarda) e più precisa gli sport.

Se noi consideriamo uno sport come individuale stiamo rischiando di cadere nel tranello di considerare l’atleta in maniera singola, come vivesse in un mondo a sé stante (almeno a livello sportivo), non influenzato o irrilevantemente influenzato dalle dinamiche e dal lavoro di squadra, tralasciando il fatto che i rapporti e la collaborazione con i compagni di allenamento, con gli allenatori, con i preparatori, con i dirigenti…è altamente influenzante sulle sue potenzialità di prestazione. Il clima globale che si crea nel gruppo di lavoro è altamente influenzante. L’atleta singolo può andare profondamente d’accordo con tutti i soggetti implicati nell’attività, tuttavia se il clima globale non è di suo gradimento, non è fluido, egli percepirà notevole disagio, soprattutto a livello motivazionale e di piacere nel svolgere l’attività sportiva.

Ho ricevuto proprio pochi giorni fa un messaggio da un atleta di squadra nazionale nell’ambito di uno sport (cosiddetto) individuale che mi informa del fatto che forse non proseguirà nell’attività perché fra i vari motivi c’è il fatto che l’ambiente che si è creato non è di suo gradimento, non lo trova confortevole, piacevole.

Per anni ho allenato nell’ambito di uno sport individuale e mi sono trovato molto spesso ed inaspettatamente ad avere feed back di singoli atleti che richiedevano evoluzione a livello di lavoro di gruppo, percepivano necessità di avere compagni che li sostenessero nei momenti meno facili, compagni con cui condividere la soddisfazione di traguardi raggiunti e sfogarsi per quelli mancati.

Pensandoci bene anche gli atleti degli sport individuali fanno parte di cosiddette squadre (squadra nazionale, gruppo militare, club e così via), anche gli atleti che non vogliono farvi parte e che possono permettersi di crearsi un team privato o gruppo di lavoro stanno di fatto creando una squadra.

Per gli sport cosiddetti di squadra, chiaramente tutto ciò di cui sopra viene amplificato e vissuto generalmente proprio a livello di VALORE personale dell’atleta, rispetto all’atleta di sport individuale che invece lo può vivere più frequentemente a livello di AMBIENTE (per chi conosce i livelli logici di “DILTS”).

La considerazione finale che ti propongo di considerare è che anche negli sport individuali sarà di estrema importanza valutare, organizzare e gestire l’attività nell’ottica di uno sport di squadra, dove feeling, equilibrio, dinamiche di gruppo, morale globale e chi più ne ha più ne metta…vanno utilizzati parametrati e gestiti come aspetti non più di contorno e migliorativi ma come aspetti fondamentali che fanno da tappeto alla potenziale crescita dell’atleta singolo.

In seguito a queste valutazioni ed al loro sviluppo mi piace e trovo maggiormente corretto ed efficace considerare il fatto che gli sport sono solo di squadra, ciò che differenzia una tipologia di sport da un’altra è la PRESTAZIONE DI SQUADRA o la PRESTAZIONE INDIVIDUALE.

Potrebbe sembrare solo un gioco di rimescolamento di etichette e definizioni, invece è proprio un cambio importante di prospettiva e di considerazione di tutta la struttura mentale che indirizza e organizza l’attività sportiva degli sport individuali, è un importante e radicale cambio di approccio, di atteggiamento, di priorità e di valori, e a volte anche di identità.

La medesima riflessione la possiamo applicare al coaching.

Mi sono chiesto quali siano gli aspetti che differenziano il coaching individuale dal coaching di squadra.

La mia attività di allenatore mentale si svolge principalmente in ambito di sport a prestazione individuale per quanto riguarda le attività organizzate con società sportive, federazioni e simili, e si divide all’incirca in egual misura fra sport a prestazione individuale e di squadra per quanto riguarda invece i rapporti diretti con gli atleti (intendo atleti che personalmente/privatamente si rivolgono al mental coach).

Anche in questo caso la tendenza è di definire la sessione di coaching individuale quando viene effettuata con una persona singola, mentre viene intesa coaching di gruppo quando la sessione viene effettuata con più persone contemporaneamente.

Legandomi al cambio di prospettiva rispetto alla distinzione fatta sulle attività sportive ho riflettuto anche su questa distinzione riguardante l’allenamento mentale.

Attualmente trovo molto interessante intendere come coaching individuale quella tipologia di sessione dove il lavoro viene effettuato ed ha effetto su una singola persona, in genere quindi nei rapporti individuali/privati. In campo allenamento mentale sportivo non fa differenza il fatto che l’atleta pratichi sport a prestazione individuale o di squadra. Il percorso di allenamento mentale sarà fatto solo con il singolo soggetto che poi potrà influenzare ciò che gli sta intorno, tuttavia gli effetti diretti del coaching riguarderanno solo lui.

Coaching di gruppo invece diventa quell’attività di coaching nella quale, anche se in modalità individuale, l’attività di allenamento mentale tiene conto ed è in connessione diretta con più o tutti i soggetti che formano il gruppo di lavoro, agendo ed influenzandone l’evoluzione in maniera diretta grazie al fatto di poter lavorare e monitorare tutti gli elementi gli equilibri e le dinamiche della squadra, anche se a volte attraverso sessioni individuali con i singoli soggetti.

Se tutto questo sia vero o meno non lo so, se abbia senso o meno non lo so ed onestamente non me ne preoccupo, ciò a cui mi piace pensare è il notevole cambio di prospettiva e di approccio legato a questo nuovo modo di percepire sport e coaching. Sicuramente sperimenterò questo approccio di modo da poter capire ciò che realmente conta: FUNZIONA o NON FUNZIONA?

Mi auguro che al di là che tu ti trovi d’accordo o meno con quanto letto, questo possa essere stimolante per generare in te ulteriori evoluzioni nei tuoi modi di pensare.

Un’ultima precisazione, tutto ciò che ho scritto è stato pensato e valutato in un contesto di sport agonistico, tralasciando valutazioni relative allo sport effettuato a scopo ricreativo e/o di benessere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *